Oggi l’intero comparto dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende che applicano il CCNL TLC ha partecipato allo Sciopero Generale per dimostrare il proprio dissenso al mancato rinnovo del contratto di riferimento.
“Sono passati ormai più di due anni dalla sua scadenza naturale – parla il Segretario Generale SLC CGIL di Catania – e, per oltre un anno, non sono mancati confronti serrati che hanno portato le delegazioni a discutere ed approfondire ogni articolo del testo, dove non sono mancati tentativi da parte “datoriale” per rivedere al ribasso molte condizioni normative.”

“Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil – prosegue Patanè – che rappresentano oltre l’ottanta per cento dei lavoratori e delle lavoratrici delle telecomunicazioni, nel corso dell’ultimo decennio, a tutti i Governi che si sono alternati negli anni, hanno provato a suggerire interventi mirati alla salvaguardia del settore, concentrandosi sui temi delle scelte industriali a difesa dell’occupazione, per riconoscere il settore quale asset strategico per il sistema Paese, rilanciando sempre la massima attenzione sulle tematiche del lavoro. Ma le scelte industriali dei vari Governi sono andate in direzione opposta, determinando un mercato deregolamentato che ha comportato una riduzione importante dei ricavi, derivata da una concorrenza eccessiva incentrata sul ribasso delle tariffe e sulla subordinazione del lavoro con logiche legate solamente alla riduzione del costo del lavoro.”
“E le aziende che applicano il CCNL TLC non possono più trincerarsi dietro una crisi che continuano a pagare solo lavoratori e lavoratrici del settore, che hanno visto il loro potere di acquisto perdere circa 20 punti percentuali, e che richiedono l’adeguamento economico spettante calcolato sulla base dell’inflazione reale.”
Adesione altissima nelle più importanti azienda presenti nel territorio catanese, con percentuali oltre il settanta per cento su Vodafone e GPI.
Partecipatissimo anche il presidio che si è tenuto davanti alla sede di Confindustria Catania, con centinaia di partecipanti presenti con cartelli e bandiere dei tre sindacati confederali.
Di Cristina Squillaci



























































